uccello su rifiuti

Produzione incontrollata di plastica: una minaccia per il pianeta

Ogni anno in tutto il mondo vengono prodotti oltre 300 miliardi di chili di rifiuti di plastica. No, non oggetti di plastica che poi usiamo: parliamo solo di rifiuti. Già questo dato di per sé è sufficiente per capire quanto sia inquinante per l’ambiente la plastica che produciamo tutti i giorni: una vera e propria minaccia per il pianeta. Il fatto è che questo materiale ci mette anni e anni per biodegradarsi, e di conseguenza non può essere gettata nella spazzatura con trascuratezza.

Per un corretto smaltimento della plastica, è molto importante eseguire la raccolta differenziata, e ovviamente riciclare il più possibile. Solo così si può ridurre la produzione di plastica nuova, il che vuol dire proteggere il pianeta.

Una minaccia da non sottovalutare

Degli oltre 300 milioni di tonnellate di rifiuti plastici prodotti annualmente, meno di un decimo viene riciclato: infatti, tutto il resto è destinato a essere scartato o incenerito. Che cosa vuol dire scartato? Molto semplicemente quasi tutti i rifiuti di plastica che vengono scartati finiscono in discarica. Non bisogna dimenticare che circa il 50% della plastica che si produce è di tipo usa e getta: basti pensare alle bottiglie, ai sacchetti, alle cannucce e a tutti gli altri prodotti che, dopo essere stati usati, vengono buttati via.

Per di più, la plastica monouso si produce con facilità e con altrettanta facilità può essere scartata. Ecco perché cresce sempre di più il numero di rifiuti che finiscono in discarica.

I rischi per l’ambiente

Il riciclo della plastica risulta la sola strada da percorrere a fronte delle molteplici minacce che derivano dalla contaminazione del suolo e dell’acqua, ma anche dai rischi di ingestione e di inalazione. Con la plastica il pianeta, molto semplicemente, è in pericolo, anche perché per lungo tempo sono stati ignorati i rischi. Nel 1950 sono stati prodotti 2 milioni di tonnellate di plastica: nel 2015 si era arrivati a 380 milioni.

Dopo che finisce nell’ambiente, la plastica si riduce in parti sempre più piccole, in maniera graduale, e finisce per contaminare il suolo, l’aria e l’acqua. Inoltre, vengono rilasciati concentrati di additivi tossici che sono molto pericolosi per l’ambiente.

Come ridurre la produzione di plastica

Non è una esagerazione affermare che attorno a noi tutto è plastica. Per di più, oltre un centinaio di sostanze chimiche che vengono impiegate per la produzione di plastica hanno conseguenze negative dal punto di vista della salute. Parecchie tecnologie che vengono utilizzate per gestire i rifiuti generano sostanze organiche come la diossina, tossine di metallo e acidi. È il caso degli inceneritori, che espongono le persone a contaminazione aerea o inalazione. Queste strutture producono le cosiddette tossine da emissione.

Affrontare il problema e capire come incrementare il riciclaggio della plastica  è importante tanto quanto capire come rimediare al riscaldamento globale. Lo sottolinea, per esempio, l’Environmental Investigation Agency, anche perché secondo le previsioni da qui al 2040 aumenterà di tre volte la quantità di plastica vergine presente negli oceani. Se le cose non cambieranno, fra 30 anni il peso di tutti i pesci dei mari sarà inferiore a quello della plastica presente in quegli stessi mari.

È possibile rimediare?

Proprio l’Environmental Investigation Agency pochi mesi fa ha pubblicato uno studio attraverso il quale si reclama l’ideazione di un trattato vincolante che permetta di risolvere, o almeno attenuare, tali problemi su scala internazionale. Se è vero che i governi mondiali hanno trovato accordi finalizzati a limitare la perdita di biodiversità e a trovare una soluzione alla crisi climatica, è altrettanto vero che nel caso della plastica questo non è avvenuto, se non in riferimento alle direttive contro la plastica usa e getta.

Per di più, produrre materie plastiche vuol dire utilizzare energia in grande quantità: energia che arriva quasi tutta dai combustibili fossili. La plastica che viene gettata in discarica rilascia un gas serra, il metano, che è ancora più potente rispetto all’anidride carbonica e che ha il difetto ulteriore di favorire la proliferazione dei batteri. Nel 2015, le emissioni provenienti dal ciclo di vita della plastica sono state pari a 1 miliardo e 780 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente. Da allora sono passati sette anni, e purtroppo possiamo essere certi del fatto che le cose non sono migliorate.

La plastica e gli oceani

Nella loro profondità e nella loro vastità, gli oceani possono essere paragonati a un serbatoio in cui sono contenute sostanze inquinanti con materiale tossico che proviene da ogni angolo del mondo: non tutti sanno che le lenze e le reti da pesca realizzate in plastica vanno annoverate fra le più importanti fonti di rifiuti plastici. In acquacoltura, inoltre, si usa il polistirolo espanso per costruire le gabbie, e anche questo materiale contribuisce all’inquinamento da plastica dei mari. Senza dimenticare i rifiuti provenienti dalla terraferma e trasportati dal vento.