Greenpeace ha presentato al Salone del Libro di Torino la propria classifica “Salvaforeste” che ha lo scopo di dimostrare quanta attenzione gli editori italiani sentano per la provenienza della loro materia prima, la carta. La buona o cattiva pubblicità che deriva da questa classifica, annualmente aggiornata dal 2010, ha spinto negli ultimi anni gli editori ad una maggiore sensibilità.
Purtroppo la classifica presentata a Torino mostra come tale sensibilità sia ancora troppo scarsa. Il nostro paese ha il record negativo di essere il più importante acquirente europeo di carta dall’Indonesia, paese dove opera la Asia Pulp and Paper (APP), secondo produttore mondiale di carta, responsabile della gran parte della deforestazione del paese: si stima che dall’inizio delle proprie attività, negli anni Ottanta, APP abbia abbattuto un milione di ettari di foreste nella sola isola di Sumatra, producendo effetti catastrofici per il clima dell’intero pianeta.
I risultati della classifica dimostrano che soltanto il 18% delle case editrici interpellate ha scelto di acquistare solo ed esclusivamente carta sostenibile aderendo al progetto di Greenpeace “Editori amici delle foreste”, utilizzando per le proprie pubblicazioni alte percentuali di carta riciclata oppure dal circuito di fibre vergini certificate Fsc ( Forest Stewardship Council), il marchio che garantisce la gestione consapevole delle foreste certificando la provenienza della materia prima.
Quest’anno al salone è stato anche presentato un questionario per i lettori, compilabile anche online. Delle oltre 12 mila persone che hanno risposto, il 90% sostiene di non trovare differenze di leggibilita’ tra i libri in carta riciclata e quelli in carta prodotta con fibra vergine. Cade così la principale scusa usata dagli editori per rifiutare l’utilizzo della carta riciclata.
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