terreno arido

La catastrofe silenziosa che si sta consumando sotto i nostri piedi

Avrete sicuramente sentito parlare dell’estinzione dei dinosauri. Si parla anche della possibile scomparsa di panda e orsi polari. E purtroppo non è finita qui: ora dobbiamo anche confrontarci con l’estinzione del suolo.

Un degrado costante e silenzioso che ha un impatto negativo su 3,2 miliardi di persone nel mondo (UNCCD, 2019) e si concretizza in primo luogo col progressivo calo di sostanze nutritive presenti negli alimenti.

In poche parole, senza un livello sufficiente di contenuto organico nel terreno, non possono proliferare vegetali contenenti quell’ apporto minimo di sostanze utili al mantenimento della nostra salute.

Il suolo sta morendo. A livello globale, il 52% del suolo agricolo è già degradato (UNCCD, 2020). Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, se il deterioramento del suolo si perpetua, potrebbero rimanerci solo 60 anni di raccolti; a quel punto una crisi alimentare globale diventerebbe inevitabile.

Negli Stati Uniti, dove si stima che il 50% del suolo nazionale sia già irreparabilmente compromesso, il 45% delle persone presenta gravi carenze di magnesio a cui sono legate patologie come ipertensione, diabete e disturbi neurologici. Tale deficit è dovuto a diversi fattori, tra i quali in particolare la carenza di nutrienti nei vegetali di cui ci cibiamo (Nutrients, 2018).

Ma oltre a generare legittime preoccupazioni sotto il profilo nutrizionale, il degrado del suolo causa anche una perdita di produttività delle colture, stimata tra 235 e 577 miliardi di dollari l’anno (Ipbes, 2019).

I ricercatori hanno anche scoperto che l’esposizione infantile ai microbi presenti nel suolo e all’aria aperta è foriera di un sistema immunitario più efficiente (Quartz, 2017). In altre parole un suolo sano è una condizione imprescindibile per una società che voglia prosperare sia sotto il profilo economico, che sanitario. Eppure il soprassuolo dei nostri terreni agricoli sta morendo.

Qual è la soluzione?

Gli esperti sono concordi nell’affermare che l’aumento del contenuto organico è l’unico mezzo per invertire il degrado e prevenire l’estinzione del suolo. L’obiettivo è di portarlo al livello del 3-6%, considerato il minimo per ottenere raccolti sufficientemente nutrienti. Un target che può essere raggiunto in diversi modi, il più semplice dei quali è l’aumento della copertura arborea.

La parte più complessa di questa sfida è semmai raccogliere il sostegno di un pubblico sufficientemente ampio così da avere un impatto significativo sull’opinione pubblica. Ma è incoraggiante constatare che, oltre agli scienziati e agli ambientalisti, molte persone influenti stiano iniziando a sostenere la causa di Salva il Suolo.

Oggi la voce più eminente è quella di Sadhguru, yogi, visionario, autore di due bestseller del New York Times e fondatore dello stesso movimento Salva il Suolo.

Il movimento Salva il Suolo

Sadhguru ha lanciato alcune iniziative nel corso degli anni, che sono un valido esempio di come far convergere diversi segmenti della società con l’obiettivo di individuare soluzioni durature e sostenibili per problematiche ecologiche e sociali. Le sue proposte hanno raccolto il sostegno di milioni di persone, oltre che di governi, istituzioni, organizzazioni civiche e personaggi pubblici.

Nel 2017 lo yogi indiano ha dato vita a un movimento denominato Rally for Rivers (RFR), che mirava a rivitalizzare i fiumi indiani in rapido esaurimento, attraverso la piantumazione di alberi nei bacini fluviali. Rally for Rivers ha raccolto il sostegno di oltre 162 milioni di persone, diventando il più grande movimento ecologico al mondo. A questa iniziativa è seguita Cauvery Calling, progetto ideato col proposito di piantare 2,42 miliardi di alberi nel bacino del fiume Cauvery che nel tempo contribuiranno a garantire la sicurezza idrica a milioni di persone e a migliorare significativamente la salute del suolo.

Il movimento Salva il Suolo intende portare a livello globale il collaudato modello di partecipazione di massa di cui Sadhguru è stato pioniere e affrontare la crisi del suolo raccogliendo il consenso di 3,5 – 4 miliardi di persone in tutto il mondo (il 60% della popolazione mondiale votante) e sostenendo i leader di tutte le nazioni che si mostrano pronte a istituire politiche nazionali per la rigenerazione dei terreni agricoli.

Per dare il via al movimento, il 21 marzo 2022, Sadhguru all’età di 65 anni, ha intrapreso un viaggio in moto di 30.000 km da Londra al bacino del Cauvery, in solitaria, attraversando 27 nazioni. In 100 giorni di viaggio, sono stati organizzati oltre 690 eventi e portato il messaggio di Salva il Suolo a circa 3,9 miliardi di persone.

Sostenuto dal Programma Ambientale delle Nazioni Unite, dalla Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione, dal Programma Alimentare Mondiale, dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e dal Vaticano, il movimento Salva il Suolo adotta un approccio inclusivo e non si pone contro nessuna persona, pratica, organizzazione o settore.

Per ulteriori informazioni su Salva il Suolo, sul viaggio di Sadhguru e sulle modalità di partecipazione, visitare il sito ufficiale: Consiousplanet.org