Quando si parla di Formula 1 e ambiente, l’immagine che viene subito alla mente è quella di bolidi rombanti che divorano asfalto e carburante a ogni curva. È facile pensare che queste auto da corsa siano tra i principali responsabili dell’inquinamento nel mondo dei motori. Ma la realtà è ben diversa, e sorprendente: le monoposto di Formula 1, prese singolarmente, inquinano molto meno di quanto si immagini.
Durante una stagione intera, ogni team consuma una quantità di carburante che, se paragonata a quella di un grande evento sportivo o a un weekend di traffico intenso in una metropoli, appare quasi trascurabile. Si stima che l’intera griglia consumi meno carburante in un anno rispetto a quello che impiega un aereo di linea per poche tratte intercontinentali. In effetti, l’inquinamento generato dalle auto in gara rappresenta meno dell’1% dell’impronta totale del campionato.
Allora, dove si nasconde il vero impatto ambientale della Formula 1? La risposta è in tutto ciò che sta dietro lo spettacolo: la logistica globale che muove tonnellate di attrezzature da un continente all’altro, gli aerei cargo, i camion, l’energia necessaria per alimentare i paddock, le strutture mobili e gli eventi correlati. C’è poi il grande capitolo del pubblico: milioni di spettatori che si spostano per assistere dal vivo ai Gran Premi, generando un’enorme quantità di emissioni. È il “circo della F1”, con la sua macchina organizzativa gigantesca e complessa, che rappresenta la vera sfida ambientale.
Un cambiamento in corsia di sorpasso
Ma il mondo della Formula 1 non è rimasto a guardare. Anzi, negli ultimi anni ha spinto forte sull’acceleratore verso la sostenibilità. La svolta è arrivata con una consapevolezza nuova: se la F1 vuole continuare ad essere il laboratorio dell’innovazione automobilistica, deve diventare anche un esempio di trasformazione ecologica.
Dal 2014 le monoposto utilizzano power unit ibride, un concentrato di efficienza energetica e recupero termico, con un rendimento superiore al 50%: una cifra impressionante, inarrivabile per la maggior parte delle auto stradali. Nel 2026 è previsto un ulteriore passo avanti, con l’introduzione di carburanti completamente sostenibili, ottenuti da rifiuti o da processi a basse emissioni. Questi carburanti potrebbero poi avere un impatto molto concreto sul parco auto mondiale, soprattutto nei paesi dove l’elettrico stenta ancora a decollare.
Ma la rivoluzione verde non si ferma al motore. La Formula 1 ha lanciato un piano ambizioso per diventare carbon neutral entro il 2030. Ciò significa azzerare le emissioni nette, non solo in pista, ma in tutto il sistema. Come? Attraverso l’uso di trasporti più sostenibili, l’elettrificazione dei paddock, la riduzione dei rifiuti e il miglioramento dell’efficienza energetica degli impianti. Alcuni circuiti, come quello di Zandvoort nei Paesi Bassi, stanno già mostrando il cammino, puntando su mobilità elettrica, trasporti pubblici e energia rinnovabile.
Il futuro ha il cuore verde e il rombo del progresso
Guardando avanti, il futuro della Formula 1 sarà sempre più intrecciato con le sfide ambientali globali. Il campionato non sarà solo una competizione di velocità, ma anche una vetrina di tecnologie sostenibili che possono fare la differenza su scala globale. La speranza è che ciò che si sviluppa per la pista possa trovare rapidamente applicazione nelle nostre strade.
Le power unit del futuro saranno ancora più efficienti, ma il vero salto sarà culturale: una Formula 1 che sa emozionare senza compromettere il pianeta. Il calendario potrebbe essere riorganizzato per ridurre le distanze logistiche tra una gara e l’altra, ottimizzando i trasporti. I team stanno già esplorando materiali più leggeri e sostenibili per le monoposto, e l’intera industria dell’automobilismo sta beneficiando dell’enorme spinta all’innovazione generata da queste nuove sfide.
Inoltre, l’impegno della F1 come “influencer ecologico” è destinato a crescere. Milioni di appassionati seguono ogni passo del campionato, e ogni gesto in favore dell’ambiente può diventare un potente messaggio globale. Il motorsport ha l’opportunità di educare, ispirare e cambiare mentalità, mostrando che velocità e rispetto per l’ambiente possono convivere. La strada è tracciata, e questa volta la Formula 1 corre davvero nella direzione giusta. Non più solo il simbolo del progresso tecnico, ma anche una bandiera che sventola per un pianeta più pulito. La sfida è lanciata: trasformare l’adrenalina della velocità in energia per il cambiamento. E questa, più che una corsa, è una rivoluzione.